[a cura e con un saggio di R. Deidier, cronologia di E. Pecora, Mondadori, Milano 2017]
Il «Meridiano» di Penna, curato da Roberto Deidier, rende disponibile, oltre all’intero corpus in versi, anche quello in prosa: i racconti, le recensioni, i pochi interventi critici e le Pagine di diario. Queste ultime permettono di ripercorrere letture e spunti di riflessione da cui esce un profilo di Penna molto meno naïf di quello che ancora accompagna la sua poesia: individuare, ad esempio, le matrici nietzschiane e leopardiane del fanciullo evita di appiattire la poesia all’immediatezza della biografia. Anche se presenta qualche rischio culturalizzare all’eccesso una poesia che invece si tiene ai margini delle genealogie culturali e letterarie.
Il nucleo del volume è la riproposta delle poesie, da anni pressoché introvabili o disponibili in edizioni segnate dall’interventismo e dall’approssimazione degli editori, specie dopo la morte del poeta. Deidier adotta una soluzione radicale: mette a testo l’autoantologia Poesie del 1973 e sistema tutto il rimanente nella sezione Poesie 1922-1976; ovvero 157 testi con l’imprimatur dell’autore contro 397 improvvisamente “apolidi” più che dispersi. Come se prima di Poesie 1973 non ci fossero altre raccolte. Le ragioni sono apparentemente chiare: Poesie 1973 sarebbe l’unico volume curato da Penna, senza interventi estranei. Ma è proprio così? La certificazione di autorialità che chiude Tutte le poesie 1970 non è per nulla meno autoriale: basta leggere la Nota conclusiva. Inoltre Poesie 1973 è una selezione che Penna costruisce con un lavoro di taglia e cuci proprio su Tutte le poesie 1970. Cadono i titoli delle sezioni: gli spostamenti di testi – rari quelli nuovi – sono però così ridotti che l’impianto originario rimane comunque visibile. Poesie non è affatto il libro che produce un’immagine di Penna finalmente libera e nuova. Potendo farlo, non lo fa. Ci si domanda allora perché preferire il tardo florilegio al libro nella sua interezza, come è sedimentato in Tutte le poesie.
Non solo, il collaborazionismo interventista cacciato dalla porta rientra dalla finestra. Deidier intraduce nella sua edizione delle Poesie, al primo posto, La vita… è ricordarsi di un risveglio, che però non c’è nel 1970. È vero che Penna si lamenta dell’omissione: ma per quale ragione Garzanti avrebbe cassato proprio la poesia-manifesto, quella che sta in tutte le antologie? Il sospetto cade piuttosto su Penna e il rapporto controverso fra l’autore e la sua opera. Un po’ più di un sospetto: conduce al cuore del problema e dell’edizione. Penna conferma nel 1973 che quello è stato il nodo mai sciolto di un’intera carriera creativa: la completa estraneità della forma libro rispetto alla sua nozione di poesia, che si identifica con il testo poetico. Non il libro. Non sapendo costruire il libro, nel 1973 si affida a quello del 1970. Mettere dunque a testo Poesie 1973 non riconsegna l’opera al suo autore, si traduce piuttosto in un’operazione che non chiude.
Il «Meridiano» toglie ogni significato alla storia editoriale di Penna: per conoscere l’indice di Poesie 1939 bisogna attendere la scheda di Poesie 1989 e ricavarlo da lì, un’edizione postuma. Privare di valore l’assetto testuale delle opere precedenti Poesie 1973 avrebbe richiesto una documentazione accurata della loro storia e struttura interne. Anche perché, mancando la possibilità di datare molti pezzi, la loro successione in Poesie 1922-1976 spesso rispecchia quella delle raccolte edite. Ovvero, circolarmente, quella riassunta in Poesie 1970. Inevitabilmente contraddittorio, il progetto del libro rispecchia una scelta ideologica, non filologica. L’atto di scardinare l’immagine storica di Penna – il succedersi delle sue raccolte – riduce l’autorialità ad un’astrazione: come se l’opera di Penna potesse esistere al di fuori della sua dialettica con la storia. Peraltro, in questo modo scompare l’intera vicenda della ricezione. Un primato così assolutizzante dell’autore (da vecchio), che di fatto cancella l’opera, lascia affiorare, oltre Penna, un’ipotesi di Novecento molto difficile da ricevere.
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